Minuto 98 e 33: in quel momento è finita la
poesia del calcio, almeno per me. Se nella sezione riservata alla Prima
Squadra si celebrano i giusti e meritati trionfi, qui invece celebriamo
un funerale, non della Pegliese, ma del calcio. Ai miei ragazzi non
posso imputare nulla, se non di non aver chiuso la partita quando si
hanno avute le occasioni. Anzi, devo far loro i complimenti x la grande
prova di carattere, x l'impegno e l'abnegazione messi su un campo
difficilissimo, con il fango fino alle ginocchia, zuppi fino alle
mutande. Beffati da un pinguino saputello, arrogante e disonesto che ha
concesso la bellezza di 8 minuti e 33 secondi di recupero x far riuscire
a pareggiare una squadra che nel primo tempo, e cioè fin quando si è
potuto giocare per le condizioni del campo e per una certa equità di
giudizio del bamboccio col fischietto (anche se il loro portiere andava
espulso x fallo da ultimo uomo su Annibali), credo si sia vista una
grande Pegliese, che aveva meritato ampiamente il vantaggio di 2-1. Poi
nella ripresa dopo aver sciupato 2 volte il gol del ko è salito in
cattedra il novello Arsenio Lupin che ha annullato ogni nostra
ripartenza con fischi gratuiti e inspiegabili, con fuorigiochi
ingiustificati, con interventi non giudicati a nostro favore e
cominciando ad ammonire solo noi (alla fine 10 ammoniti e 2 espulsi, di
cui uno sono io, x avergli detto in maniera ironica di dare un rigore al
Masone almeno andavamo via prima). Prima aveva dato 5 minuti di recupero
(4 cambi miei e 1 loro più un ingresso di Mario in campo), poi ce n'ha
messi altri 2, altri 93 secondi, allo scadere dei quali abbiamo preso
gol in fuorigioco e sui quali ha fischiato la fine. Lì ho perso la
ragione e me ne pento e me ne scuso con la gente presente a Masone che
ho volgarmente e platealmente insultato, mentre non mi scuso
assolutamente degli insulti a quel caprone ignorante e ladro che ci ha
arbitrati: a lui auguro tutte le sfortune di questa terra. |
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